Thursday, June 10, 2021

Daniele Cinico

 Oscar Wilde (1854 Dublino – 1900 Parigi) non ha mai scritto un libro di aforismi, eppure le sue frasi – estrapolate dai suoi libri e dai suoi discorsi – sono le più conosciute e citate dagli appassionati della forma breve. Addirittura ad Oscar Wilde vengono attribuite frasi che forse non ha mai scritto né pronunciato.Quest'uomo era un cinico e sara' per le brutte esperienze che ho fatto nella vita,che molte di queste esperienze le ho fatte mie.Anche se poi tante volte prevale la ragione e non l'essere cinico.La piu' celeberrima per me e' questa che secondo me esprime l'essenza di questo uomo"perdere un genitore e' una tragedia , ma perdergli entrambi e' una negligenza"

Forse dovrei imparare a vivere secondo la filosofia di quest'uomo......


  • Vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più.    Sogna come se dovessi vivere per sempre; vivi come se dovessi morire oggi.                  A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.    Perdona sempre i tuoi nemici. Nulla li fa arrabbiare di più.                                            Sii te stesso, tutto il resto è già stato preso.                                                           Siamo tutti nati nel fango, ma alcuni di noi guardano alle stelle.                                    La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha.              Agli esami gli sciocchi fanno spesso domande a cui i saggi non sanno rispondere.        Amo molto parlare di niente. E’ l’unico argomento di cui so tutto.                                A questo mondo vi sono solo due tragedie: una è non ottenere ciò che si vuole, l’altra è ottenerlo. Questa seconda è la peggiore, la vera tragedia.                                            Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio.                              L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, poi ti spiega la lezione.                                                                                                                    La bigamia è avere una moglie di troppo. La monogamia lo stesso.                           C’è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di sé.  Amare sé stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita.                                              Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno.                L’anima nasce vecchia e diventa giovane: ecco la commedia della vita. Il corpo nasce giovane e diventa vecchio: ecco la tragedia della vita.                                                Le domande non sono mai indiscrete. Lo sono, talvolta, le risposte.                              L’unica differenza tra un flirt e l’amore eterno è che un flirt dura più a lungo.            Non ci sono libri morali o immorali. Ci sono libri scritti bene o scritti male.                  La maggior parte delle persone sono altre persone. I loro pensieri sono opinioni di qualcun altro, la loro vita un’imitazione, le loro passioni una citazione.                   Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono così intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico.                                           Il pubblico è assai tollerante. Perdona tutto eccetto il genio.                                       Le donne sono fatte per essere amate, non per essere comprese.                       L’ottimista pensa che questo sia il migliore dei mondi possibili. Il pessimista sa che è vero.                                                                                                                       Un fondoschiena veramente ben fatto è l’unico legame tra Arte e Natura.

Thursday, March 28, 2019

Studiolo cercasi


L’ambiente che ho scelto di descrivere questa sera è la mia cameretta.

Essa non è molto grande ma è lo spazio che preferisco perchè ci sono tutte le cosine che mi appartengono e di cui conservo un bel ricordo.

Non appena si entra , ci si accorge di quanto la mia cameretta sia piena di giochi di colori.

Subito oltre la porta d’ingresso,sulla sinistra, c’è il mio letto a forma di nuvoletta, color marrone a una piazza e mezzo, con sopra una trapunta dai colori vivaci.

Si prosegue oltre il letto e si trova un grande armadio, sempre rosso e bianco, in cui la mamma ripone la mia biancheria.

Di fronte al letto c'e' una piccola comodina dentro la quale c'e' un Msx e un Vic20 e alcuni fumetti, e sopra c'e' la mia vecchia tv a tubo catodico 14 pollici,non l'ho mai cambiata con uno schermo piatto per ovvi motivi di spazio.

Proprio di fronte all’ingresso si trova un finestrone, che fa sembrare la stanza molto luminosa.

Sul lato destro della mia cameretta, ad angolo, c’è la scrivania su cui si trovano:un  portapenne , il mio computer principale, oggetti ricordo e i miei quaderni di scuola.

In basso, di fianco al letto c'e' la mia principale comodina con 4!!! telecomandi per pilotare la mia vecchia tv che uso quasi sempre per guardare telefilm in divx.

Inoltre, appesi alle pareti, ci sono dei  quadri e delle foto di quando ero piccolino.

Sopra le mensole ci sono tantissimi ricordi (telefoni,cd,cartucce del vic 20) la mia sveglia, una lampada e il mio salvadanaio.

In basso, nella mia cameretta, sul pavimento,c'e' il subwoofer della focus,Le attività che svolgo nella mia cameretta sono molteplici: leggere, studiare,riposare, guardare la TV, stare al computer.

Vorrei creare dentro la mia piccola ccamera uno "studiolo",chi ha visto il film amici miei sa' di cosa parlo,e un qualcosa tipo il mio vecchio amplificatore dual da casa e le casse di Donatello per ascoltare a basso volume un po' di buona musica.

Wednesday, February 20, 2019

Bicchiere mezzo pieno(resilienza)

Spesso da quando mi occupo di impegno civile(politica) non sapevo mai definire il concetto di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto anche se le mie uscite erano sempre fatte in maniera etica e forse e' stato per quello che molte persone mi spronano a impegnarmi nonostante io non ne sia ancora molto sicuro
ci sono aggiornamenti sulla famosa questione del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? Quello che, dopo tante volte che ce lo siamo sentiti chiedere, abbiamo deciso che ci conviene indicare mezzo pieno, altrimenti siamo pessimisti, disfattisti, contro-rematori eccetera?.Spesso nelle riunioni del gruppo in molti sono disfattisti e vedono sempre il bicchiere mezzo vuoto.Parlando di resilienza, il bicchiere è molto efficace, quindi molto usato; io stesso spesso lo cito per primo, negli interventi neli gruppi e, quando non lo faccio, difficilmente non viene evocato da qualcuno dei presenti. Perché la resilienza, definita in psicologia come la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente, si presta effettivamente a essere ben esemplificata con l’atteggiamento di chi sa «vedere il bicchiere mezzo pieno».E perché parlare di resilienza? È sempre più frequentemente un tema, ma non corriamo il rischio che sembri una moda e finisca per annoiare ancora prima di essere davvero praticata? Forse, ma ne vale la pena ed è fondamentale perché il mondo è sempre più complesso ed interconnesso non sapendo io se questo e' un bene o un male, sia nel nostro piccolo (o meglio “quotidiano”, ché sarà piccolo ma per noi certamente non poco importante) sia in tutti gli accadimenti globali che viviamo sempre più spesso con la sensazione di essere spettatori impotenti.Anche se questo non ci deve portare a non provare a dare il nostro contributo alla societa'. In questa complessità, essere allenati a vedere come trasformarci positivamente grazie a ciò che viviamo come avverso è sempre più importante, sia per provare ad andare oltre, sia per convivere utilmente con una realtà sfaccettata e variegata.Nel suo utilizzo quotidiano il concetto di resilienza oltre che al concetto meccanico che mi insegnoarono a meccanica corre il rischio di essere sovrapposto a quello di generico ottimismo: rischio perché porta a pensare la resilienza come un talento o una predisposizione “naturale” (o ce l’hai o non te la puoi dare, un po’ come il coraggio). Invece la resilienza, che sicuramente è favorita o frenata da indole ed esperienza, a una costante riflessione personale in luoghi isolati confrontandosi con il proprio IO, è fatta anche di pensieri e comportamenti. Ed è importante ricordarselo, perché pensieri e comportamenti possono essere allenati come dicevo sopra.E in che modo possiamo allenare i nostri comportamenti e pensieri? Una delle possibilità è prendere consapevolezza del fatto che un conto è quello che succede, un conto quello che noi vediamo: le nostre reazioni di fronte ad un evento non dipendono direttamente dall’evento in sé, ma dalla nostra valutazione dello stesso. E non solo possiamo vedere le cose diversamente rispetto agli altri, ma spesso vediamo cose diverse persino da noi stessi: se sono in ritardo nel traffico e scatta il semaforo rosso «proprio quando arrivo io», la mia reazione non è sempre la stessa ma dipende dal momento, dallo stato d’animo, da come è andata la giornata, dalla vicinanza o meno all'appuntamento che abbiamo. In altre parole, la resilienza si impara ragionando sulla differenza tra un modello in cui lo stress è oggettivo, cioè in cui un evento ha lo stesso impatto su tutti, e un modello soggettivo per il quale un evento viene filtrato dall’individuo.Per cambiare il nostro comportamento conviene poi passare dal riconoscimento delle nostre emozioni (legittime) che possono condizionarci. La soluzione non è ignorarle o rinnegarle in nome di una generica quanto inesistente razionalità. Un’alternativa in ottica resiliente è imparare a riconoscerle per distinguerle dal vero problema: se mi irrita il semaforo rosso è probabilmente perché sono in ritardo. E al ritardo forse qualche soluzione (comportamento) posso trovarla, mentre inveire contro la sorte, il complotto mondiale dei semafori o litigare con l’automobilista vicino magari mi consola nel breve ma certamente non mi porta a limitare o risolvere il ritardo (e a lungo termine sarà anche frustrante, in quanto faticoso e inutile).In questo devo ringraziare tutte le persone che contribuiscono alla mia crescita (educatori e amici ma quelli veri con i quali instauri un rapporto di "amore come puo' essere quello tra psicologo/a e paziente).Insomma conviene occuparsi di eventi “reali” oltre che di emozioni, per considerare i propri comportamenti e modificarli in modo più efficace rispetto al problema che ci crea l’evento, invece che limitarsi a quello che viviamo sull’onda di pensieri generati dalle emozioni: non è più utile cercare una cura alla causa del dolore invece che limitarsi all’antidolorifico? Sempre ammesso che prendersela con il complotto mondiale dei semafori ci diminuisca il dolore per il ritardo, si intende.Alla luce di tutto cio': avete deciso se il prossimo bicchiere volete vederlo mezzo vuoto o mezzo pieno?.Penso che vedere il bicchiere mezzo pieno sia un pensiero piu' di sinistra che di destra parlando di politica.Mentre parlando di persone afflitte da mali identificati o repressi credo sia il non cercare nuovi obbiettivi nella vita,nuovi stimoli che porti a vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto che non mezzo pieno,cosi' pure come le sofferenze reali ci insegnano a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno.E a chi ci giudica incoscenti beh che si facciano una riflessione sulla resilienza.....

Tuesday, July 24, 2018

Pensieri



Penso sempre a te donna dei miei sogni non sapendo se e' corrisposto o no....vivo nel dubbio,nell'incertezza di non sapere o sapere cosa e' giusto o cosa e' sbagliato.Se e' audace farsi avanti o logico attendere anche se l'esperienza mi ha insegnato che attendere molte volte ti fa perdere il traguardo.

Riflessioni:
Ho vissuto cose senza accorgermi che le stavo vivendo.
Ho sentito cose senza sapere cosa fossero.
Ora scrivo ma non sono nemmeno convinto di cosa voglia davvero dire.

Sono diviso a metà.
Per la prima volta, riprendo a scrivere trovandomi in una Me che tanto Me non è mai
stato.

Ho fatto i conti con sensazioni che non accettavo ed è stato devastante
Sono stato una bomba ad orologeria…

Ora scrivo per il semplice fatto che vorrei cercare di mettere in ordine i pensieri.
Ora scrivo perchè scrivendo mi ascolto e mi sfogo.
Ora scrivo perchè sono solo, finalmente, purtroppo, per fortuna.

Ho ritrovato la scrittura nel momento in cui ho capito di non essere poi così
Emotivamente Stitico.

Il fatto è che soffro di ben altro.

E niente.
Penso e ripenso.

Penso e m’arrabbio.

M’arrabbio e penso a come gestire questa rabbia che mi fa sentire come se la pelle fosse

pieni di tagli inferti da non so cosa e da sale nelle ferite aperte.
E allora mi contorco correndo verso un mare d’acqua dolce.
Ma è lontano, e allora mi fermo stremato a riposare.
Ma il sale non riposa e i tagli di aprono sempre più.

E allora piango.
E allora divento uomo.
Divento tutto ciò che ho sempre rifiutato.

Accetto tutto ciò che ho sempre sentito.

Ho sempre saputo che dentro di me ci fosse qualcosa. Ma mi sono sempre dato scusanti o

giustificazioni per non capirmi. Per me, per ciò che potevano pensare gli altri… per ciò

che avevo sempre rivendicato….e per ciò per cui ho lottato con le unghie e con i denti

per quasi due anni.

E’ che ti ritrovi a volere tutt’altro e sai che sarà così proprio quando stai sul

trampolino pronta per tuffarti in quella vita che hai sudato, voluto, meritato forse e

cercato. E aspettato. E sognato.

Diviso a metà fra un sogno e la paura di fare la scelta sbaglia.
Anzi no.
Non sono poi così tanto diviso a metà, sarebbe più che facile.

Sono diviso e mi sono sparso un pò qui e un pò la, e ogni tanto mi trovo, mi perdo, mi

ricompongo e mi strappo via, o permetto a qualcun’altro di farlo.

Sono diviso fra la paura di sbagliare
la paura di fare la scelta più semplice
la paura di lasciarmi trascinare in qualcosa che forse non voglio più
la paura di desiderare qualcosa soltanto perchè sarebbe semplicemente sano, perfetto.

E’ così sbagliato desiderare qualcosa di sano?

Mi sembra così assurdo ritrovare la panacea di tutti i miei male nella serenità?

Sto impazzendo…. dopo una vita in bilico ti ritrovi in un equilibrio emotivo così certo,

così bello, così sano da non crederci.

vabbè



Friday, May 25, 2018

La tristezza

Ovviamente non è che sono sempre triste o anche se lo sono non lo dico. In realtà non faccio nulla che possa fare pensare che sia davvero triste,

semplicemente faccio le cose che facciamo tutti noi, tutti i giorni, anche se in maniera un po’ strana. Tutti noi che tutti i giorni almeno una volta al

giorno ci sentiamo un po’ giù.

Questo significa che siamo tutti un po’ tristi?
Sì.
Non sempre, ovvio - ma, di certo, la tristezza è una condizione che conosciamo tutti bene, come quella della fame è organica.
É questo il senso di ciò che non si può dire, ed è questo, spesso, un tabù di cui si fatica a parlare, anche se, se ci pensate bene, è una cosa assolutamente

aderente al modo in cui l'essere umano è: volubile e indefinito, soprattutto pieno di limiti. Perché è da lì che ha origine, e anche conseguenza, quella

sensazione di tedio e di nostalgico sprofondamento: dalla certezza quasi dolorosa che ci sia un limite a ciò che vogliamo/desideriamo fare/essere. Il limite

è il peso specifico della tristezza, ma è proprio in questo suo aspetto così antipatico che risiede la sua fisiologica appartenenza all'essere umano: senza i

limiti, senza la percezione che ci debba, in tutte le cose, essere una cornice che delimiti e ordini la realtà, la specie umana avrebbe avuto una sua

particolare evoluzione sghemba, forse del tutto inesistente.
Quando non si trasforma in aspetti patologici più seri e persistenti, la tristezza è un aspetto normale delle donne e degli uomini, ci dice una cosa che ci

appartiene come una gamba e il cuore, e in quanto nostra, va abbracciata;  la tristezza è una cosa blu un po’ malinconica che non va gettata dal balcone o

curata con decine di pillole, ma va accolta, compresa e magari anche coccolata; farci una coperta,  o, addirittura, un museo: il museo della tristezza che si

celebra, costruito grazie a una serie strampalata di personaggi che orbitano nella nostra vita, e a un sarto: l’unico che sappia cucire, ritagliare,

riassemblare con estrema pazienza i mille pezzettini di noi che cercano in tutti i modi di sopravvivere tutti interi.

Mentre mi trovo in piedi sulla scaletta della vita, penso che fosse l’occasione giusta per portare via la sua vecchia vita: con molta energia iniziò a tirar

giù pezzi dal soppalco. Presi lembi di cielo con alcune nuvole e li rimontai sopra una montagna piatta stirando con le mani i segni consunti lasciati dalle

piegature, dispose in ordine le minute, lontane casette del paesino e le incastrai sopra al fiume.Poi piegai e spinsi via la sua vecchia vita nel sacco blu

con il cordone rosso con cui trasportavo e la ridussi a uno stretto involto: solo allora mi accorsi che era passata la mezzanotte.

Io che penso di essere triste non ho un nome; sono un uomo e basta, come tutti noi;
É in questo elemento fondante della mia vita, che risiede l'ingrediente più riuscito della storia: nel linguaggio senza costrizioni, in termini di invenzione

immaginifica,  che riesce a sdoganare, appunto, quei limiti impositivi della realtà che generano il sentimento della tristezza. Grazie all'uso delle parole,

messe al servizio di una immaginazione redentoria, la tristezza può diventare una compagna gentile con cui si può anche cenare, farci due chiacchiere e

cavarci qualcosa di buono. Mi viene da dire che più che una vita sulla tristezza, è un vita che celebra la capacità salvifica dell'immaginazione.

Thursday, April 26, 2018

Tristezza prima e dopo


Lottare contro i pensieri negativi fa sì che rivolgiamo la nostra attenzione verso di essi, aumentandone l’importanza. E se l’origine e la persistenza dei nostri problemi e malesseri fosse legata a questo? Mi propongo una soluzione: la metafora dell’autobus.Spesso siamo assaliti da pensieri negativi come: “Non dovevo comprare un appartamento con un’ipoteca così alta”, “Ho perso tempo a studiare qualcosa che non mi serve”, “Non troverò nessuno come lui/lei”, “Avrei dovuto essere più comprensivo/a, sono stato/a troppo rigido/a” o “Mi sento male da quando gliel’ho detto ieri”. Lottare contro i pensieri negativi, dando essi retta, è come pubblicizzarli: li alimentiamo, di conseguenza il nostro malessere e l’ansia aumentano, ovvero, lasciamo che crescano dentro di noi.La cosa curiosa è che non deve verificarsi qualcosa di particolarmente grave per rimuginare sull’accaduto e perché i pensieri negativi diventino uno stile di vita che influenza le nostre decisioni.Ma come si fa se c'e' un problema che ti affligge a restarne fuori?O per lo meno ci rimani fuori per alcuni istanti facendo si che l'adrenalina compensi lo stato di sofferenza.Ma dopo quando l'adrenalina e' finita e' normale stai peggio di prima e' un po' come quando si presenta un lutto e non riesci a piangere e' dopo a bocce ferme che ti rattristi e stai peggio di come non saresti stato se nel momento topico tu avessi fatto un pianto liberatorio.......Sono perplesso 

Saturday, April 21, 2018

tristezza non immotivata


Spesso ci capitano momenti in cui non riusciamo a reagire,vorremmo essere di aiuto ma non ci riusciamo.Anche i nostri limiti quotidiani svaniscono e l'adrenalina ci tiene su,ma nulla di piu' fasullo dopo il momento topico paghiamo tutto e l'umore scende in basso e ci rimane per chisa' quanto. Momenti in cui qualcuno che ci sta a cuore sta male. Ma tutto quel che possiamo fare è tenerci dentro ciò che subiamo. Arriva però un attimo in cui per un qualche motivo ci sentiamo tristi e non capiamo il motivo del perchè. Abbiamo voglia di piangere, di urlare, di fare qualcosa per non sentirci così. Il dolore però continua.Continua perchè non possiamo dire ciò che sentiamo a qualcuno di caro. Continua perchè non possiamo esprimere i nostri stati d'animo in nessun modo. Allora pensiamo che la vita sarà per sempre così,prendiamo coscienza dell'amara realta' anche se e' gia' molti anni che ci conviviamo.Non ci sarà tregua nè leggerezza. La tristezza nascosta ci assale non facendoci capire manco perchè il nostro stato d'animo è a zero. Forse a questo punto una goccia di speranza potrebbe aiutare a soffrire di meno.Spero solo che,chi mi sta caro torni a stare meglio al piu' presto possibile.